sabato 14 maggio 2011

Le terapie alternative: l'omeopatia

Purtroppo quelle che vengono definite come terapie alternative in realtà spesso si rivelano per essere delle prese in giro classiche. L'omeopatia ne è il primo caso. Venne sviluppata sul finire del XVIII secolo in Germania da Samuel Hahnemann e da allora ha visto una lenta ascesa fino ai giorni nostri in cui pare godere di un certo favore non solo nel rispetto della cura degli esseri umani ma anche degli animali. La caratteristica principale è quella di basarsi sui presunti effetti benefici di erbe e prodotti di origine naturale che vengono somministrati in una varietà di forme come per esempio essicati, diluiti o sotto forma di estratti amalgamati tra loro. Ogni diagnosi deve essere specifica ed indicata per il singolo paziente ed ha come fine il bilanciamento della forza vitale del paziente. La mancanza di studi scientifici accertanti la sua reale efficacia la rende un terreno molto difficile da esplorare soggetto a controversie ed esplicitamente molto soggettivo e riconducibile ad un possibile effetto placebo. Non nego di averla provata e nemmeno che in alcuni casi possa avere una certa efficacia ma trovo inconcepibile che, al giorno d'oggi, ci sia gente disposta a truffare il prossimo con serenità, in special modo se vede che l'interlocutore si trova in difficoltà, proponendo distillati di erbe miracolose provenienti da qualche posto sperduto del mondo a prezzi astronomici. In tutto c'è un fondo di verità a mio parere, dunque anche nelle terapie basate sulle piante, delle quali alcune virtù sono conosciute da secoli, c'è una base realistica. E' vero che gli antichi nostri avi si curavano in questo ma, al contempo, è anche vero che all'epoca la mortalità aveva un tasso notevolmente superiore ad ora, influenzato sicuramente da scarse condizioni igieniche, lavori pesanti e pericolosi ma anche da una medicina arcaica, poco efficace e spesso sconfinante nella suggestione, nella magia e nella credenza popolare. Banalmente se ho un raffreddore e mi curo con un medicinale comune mi passerà in x giorni, se uso il rimedio omeopatico in x più n giorni e, se non mi curo mi passerà comunque. La differenza, oltre che nel numero di giorni impiegati per la guarigione, sta nella spesa: nel caso di mancanza di cure sarà nulla, con la classica pastiglia limitata mentre con il boccettino di estratto di pianta (ai più sconosciuta) probabilmente sarà superiore. Perchè dunque un rimedio naturale deve costare necessariamente di più di uno classico? Non dovrebbe anzi essere il contrario? Altro trucco dei sedicenti "curatori" è quello di testare il cavallo. Non sono un veterinario e parlo solo per le mie personali esperienze vissute (non nascondo che forse solo il fatto che sia stata un'esperienza di tipo negativo mi porta ad avere pregiudizi sulla categoria) ma penso che se lo fossi mi sentirei defraudato a sapere che esiste gente che opera comportamenti simili. Il cavallo ha parametri vitali ben precisi, è possibile effettuare esami del sangue specifici ad un costo tutto sommato contenuto per evidenziare problemi o malattie, esistono le radiografie, le ecografie e quanto altro la medicina ci abbia per fortuna (e con grande studio) fornito. Ora, alla luce di ciò, non mi pare logico che una persona senza alcun titolo di studio ma vantando solo una sua presupposta esperienza possa sostenere che semplecemente appoggiando una mano sulla spalla del cavallo riesca a determinare quali che possano essere le sue problematiche a livello anche di organi interni e fornisca come soluzione boccetti di "miracolite" capendo se possano fare al caso dell'animale o meno solo a seconda del calore o dell'energia o del costo della sostanza in questione. Dove sono finite la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, gli atti respiratori, il colore delle mucose, lo riempimento capillare, l'idratazione della pelle e molto altro ancora? Nel caso in cui il nostro cavallo non risponda ad un boccetto via con un altro fino a trovare la soluzione a tutti i mali con buona pace del padrone che apre il portafoglio per pagare profumatamente ciò che secondo il fantomatico guaritore/guaritrice il nostro cavallo ha "scelto" (e ve lo dice una che ha sborsato più di 400 euro per una fantastica Maga Magò). Altro fatto piuttosto eloquente è che tali individui vedano con assoluto disprezzo la medicina veterinaria e non voglia in nessun modo collaborare con un loro rappresentante. Mia personale opinione è che se l'omeopatia possa fare qualcosa questo può accadere solo se è in correlazione con la veterinaria, lavorando insieme per il benessere del cavallo, magari aiutandolo in situazioni difficili in cui è necessario per esempio somministrare molti medicinali anche con possibili effetti collaterali, alleviando il carico di quelli tradizionali con qualche integrazione con prodotto naturale. Teniamo sempre presente che anche l'omeopatia può essere nociva se usata in maniera impropria o in quantità eccessive (alcuni prodotti sono infatti tossici se si eccede). Ecco dunque una ragione in più per affidarsi ad una persona veramente competente ed onesta.

venerdì 13 maggio 2011

Portare il cavallo a casa

Mantenere a casa il proprio cavallo è una scelta importante e per prenderla dobbiamo valutare molti aspetti; esistono indubbiamente molti pro e contro ma, se è una scelta presa con coscienza e non alla leggera allora può portare innumerevoli soddisfazioni. Partendo dai punti a sfavore tenete conto che il cavallo è un animale socievole, gregario e che ama la compagnia dei suoi simili. Sarebbe dunque inopportuno lasciargli fare una vita da eremita da slo; detto ciò non necessariamente dovrete accompagnarlo con un suo simili, spesso infatti basta tenere in scuderia una capretta, un asinello o un piccolo pony per far sì che il nostro amico non soffra eccessivamente di solitudine. Fate attenzione alla scelta della capretta, in special modo se optate per una vita a stretto contatto dei due animali facendogli condividere box e paddock: i due facilmente tenderanno ad imbrancarsi molto rendendo parecchio difficoltosa, se non quasi impossibile, la loro divisione per esempio per andare a fare una passeggiata con il vostro cavallo. Un asinello o un piccolo pony da compagnia hanno prezzi contenuti, sono di facile gestione e non comportano un'eccessiva spesa di mantenimento (ad esempio per i miei due pony ho dovuto solo pagare il trasporto perchè non erano adatti a lavorare con i bambini e la padrona non poteva più mantenerli; per quanto riguarda gli asini le cifre si aggirano attorno alle 200-500euro in linea di massima). Teniamo presente che tanto pony quanto asino dovranno essere sverminati, vaccinati, gli zoccoli pareggiati e deve essere fatto il prelievo per il Coggin's test a decadenza biannuale esattamente come al nostro cavallo, ma sono tutte cose che si possono fare per entrambi nello stesso momento con una spesa non eccessiva. Tenere nello stesso paddock cavallo e piccolo pony è una pratica non così inusuale che però personalmente reputo un po' pericolosa data la differenza di dimensioni: durante un litigio un calcio di un cavallo ferrato può arrecare notevoli danni al suo piccolo amico; inoltre anche così il rischio imbrancamento è alto. Assodato dunque che sarebbe ottimale fornire della compagnia al nostro animale, dobbiamo pensare a quanto tempo abbiamo a disposizione da dedicargli. Il cavallo infatti mangia ad orari fissi almeno tre volte al giorno, il box deve essere rifatto completamente almeno una volta e ripassato durante la giornata, ha bisogno di muoversi ed è necessario avere un minimo di esperienza per affrontare le situazioni di emergenza che si possono presentare (ricordatevi che un piccolo problema preso sul nascere rimarrà tale e si risolverà in fretta, lo stesso problema sottovalutato o passato inosservato può invece notevolmente peggiorare e portare anche gravi conseguenze). Dunque, per farla breve, non esistono feste, giorni in cui fa troppo caldo o troppo freddo e nei quali non vorreste uscire di casa; per 365 giorni l'anno voi ci dovete essere perchè il vostro compagno fa affidamento esclusivamente su di voi e sulle vostre cure. I vantaggi - che ripagano di gran lunga gli svantaggi - sono invece la possibilità di una gestione migliore (per quanto sia buona in un centro ippico non potrà mai essere paragonabile alla vostra, alle cure e all'attenzione che solo un padrone può avere), l'avere sotto controllo il vostro animale imparando a conoscerlo a fondo, condividere molto più tempo con lui e, non ultimo per importanza, risparmiare una discreta cifra di denaro.
Requisiti necessari per poter tenere con voi il vostro animale sono innanzi tutto avere lo spazio necessario. Sembra una banalità ma, in realtà, a conti fatti lo spazio che occupa è molto già di per sè data la mole, in aggiunta dobbiamo tener conto dell' equipaggiamento, del magazzino dove tenere scorte di fieno, mangime e ciò che scegliamo come lettiera. Oltre a ciò contempliamo nel progetto una zona da adibire a campo se non ci limitiamo a fare solo passeggiate e, anche in tal caso, ci tornerà comunque utile se vogliamo solo lavorare alla corda. Avere inoltre un tondino coperto potrà essere un bene inestimabile nei mesi piovosi ma non sempre ne è possibile la realizzazione. Premuriamoci dunque che il campo di lavoro abbia un fondo drenante che non si inzuppi completamente alla prima pioggia, in modo tale da poter lavorare anche se le condizioni meteo non sono esattamente favorevoli. Ideale sarebbe avere la fortuna di disporre naturalmente di un terreno piuttosto sabbioso; se così non fosse e avessimo invece un'area di terra argillosa o pietrosa sarebbe opportuno creare uno strato di fondo di pietre e ricoprirlo con della sabbia.Il terreno argilloso infatti tende a diventare molto scivoloso con l'acqua, non drena e ha una sorta di effetto ventosa che ppotrebbe far perdere facilmente i ferri al cavallo mentre le pietre non sono un terreno ottimale su cui farlo lavorare e rischieremmo sobbattiture. Una volta designata l'area di lavoro tenete presente che essa stessa comporta manutenzione: il campo va periodicamente passato con l'erpice altrimenti vi ritroverete con zone dure come il cemento e la capacità drenante verrà meno. Se decidete -e avete ancora spazio- di dedicare al vostro amico delle ore di sano relax al paddock sappiate che un cavallo giornalmente può mangiare svariati chili di erba dunque anche tale zona deve essere delle giuste proporzioni per evitare che venga desertificata in un batter d'occhio. Opportuno nelle zone calde e asciutte può anche essere pensare ad un modo per irrigare il paddock. Le feci andrebbero pulite con frequenza quotidiana e, più spesso di quanto si possa pensare, sono necessari piccoli interventi di manutenzione che, se fatti periodicamente e mano a mano che se ne presenta la necessità,ci permetteranno di avere un'area sempre in ordine e funzionale. La letamaia per essere a norma deve essere fatta su di un basamento di cemento e l'ideale sarebbe avere a disposizione dei campi da concimare (ma non concimiamo i nostri stessi paddock perchè se il cavallo avesse dei parassiti essi andrebbero a contaminare tutto il pascolo) o qualche amico o conoscente che li possiede così da svuotare la letamaia periodicamente. I box da esterno possono essere posizionati previa richiesta di permesso in comune e così ogni struttura in muratura o basamento in cemento. Diverso discorso se invece decidete di inserire il o i box prefabbricati in una struttura preesistente; in tal caso è comunque necessario comunicare al comune la sua diversa destinazione d'uso. Secondo quanto stabilisce la ASL i ricoveri per i cavalli dovrebbero essere posizionati ad una distanza pari a 25 metri dalla propria abitazione e a 50 da quelle dei vicini. Appurato di avere spazio e tempo sufficiente, continuiamo con la parte strettamente burocratica. Innanzi tutto dobbiamo controllare il regolamento comunale e cosa esso stabilisce in merito alla detenzione di equidi. Non tutti i comuni presentano una parte inerente la materia ma alcuni hanno precise limitazioni in merito. Il passo successivo sta nell'informare il comune stesso della vostra volontà di tenere nel terreno (mettete come riferimento i numeri dei mappali) di proprietà numero tot di cavalli. Scrivete una lettera con tali dati e andate a farla protocollare in comune nell'ufficio di competenza. Fatto ciò fatene una copia che invierete all'ASL di competenza (consiglio personale è di mandare il tutto sempre con raccomandata con ricevuta di ritorno a scanso di equivoci, perdite e sparizioni). Ora l'unica cosa che potete fare è attendere che vi sia fornita una risposta positiva o negativa. In caso di mancata comunica di alcun tipo da parte del comune dopo un mese dovrebbe valere la regola del silenzio-assenso. Fatevi allora dare dalla ASL un codice aziendale (necessario anche solo per la detenzione di un unico animale), andate a prendere un registro di carico e scarico in una cartoleria Buffetti e tornate all'ASL per farlo timbrare, firmare e compilare con i vostri dati di cui faranno una copia. Nel registro dovrete inserire gli animali detenuti, la loro provenienza, il numero di passaporto e microchip. Mantenete il registro aggiornato anche con i dati di vendita o decesso dell'animale, mandate copia dei documenti di trasporto (Mod. 4) slls ASL e provvedete con l'effettuare il Coggin's test con decorrenza biannuale (di norma sono gli stessi veterinari dell'asl a prendere contatto con voi per venire a fare il prelievo ma, nel caso non lo facessero, chiamateli voi piuttosto che rischiare pesanti sanzioni). Ricordatevi delle scadenze di vaccini e vermifughi, affidatevi ad un buon maniscalco e, cosa più importante... godetevi la compagnia del vostro cavallo!! 

giovedì 12 maggio 2011

Il cavallo nella mitologia

Il cavallo è uno di quegli animali che ha sempre rivestito una notevole immportanza nell'immaginario collettivo entrando a far parte della vita dell'uomo non solo nella sua quotidianità, accompagnandolo nel lavoro ed in guerra, ma anche nella leggenda. Numerose sono le storie riguardanti cavalli, dotati di poteri più o meno soprannaturali, che si sono tramandate nel corso dei secoli. Vediamo le principali:
ABASTE: nella mitologia greca era uno dei cavalli di Ade, dio degli inferi, che guidava un cocchio trainato da quattro cavalli; oltre ad Abaste c'erano infatti Aetone, Meteo e Nonio. Secondo alcune fonti Abaste era uno dei cavalli cannibali di Diomede.
ALASTOR: uno dei quattro cavalli di Plutone.
ALSWIDR: insieme a Arwakr, secondo la mitologia nordica, era il cavallo che trainava il carro del sole.
BALIO e XANTO: due cavalli immortali, anch'essi appartenenti alla mitologia greca. Secondo la leggenda nacquero da Zefiro e dall'Arpia Padarga. Era gli concesse il dono della parola e venivano guidati da Automedonte, il cocchiere di Achille al quale vennero dati in dono dal padre Peleo.
CAVALLI DI DIOMEDE: secondo i miti greci le cavalle di Diomede erano quattro ed erano molto feroci al punto di nutrirsi di carne umana. Erano animali tanto belli quanto incontrollabili e, narra la leggenda, che un loro discendente fosse BUCEFALO, il cavallo di Alessandro Magno.
CAVALLI DI ELIO: dio del sole, guidava un carro di fuoco trainato da quattro cavalli: Eòo, Etone, Flegone e Piroide.
CAVALLI DI ACHILLE: soffrono le stesse pene degli eroi e hanno una connotazione umana.
PEGASO: si tratta probabilmente del più famoso dei cavalli alati e, secondo la leggenda, nacque dal terreno bagnato dal sangue della Medusa a cui Perseo tagliò la testa. Un'altra versione del mito sostiene invece che fuoriuscì direttamente dal collo della Medusa. Figlio di Medusa e Poseidone, inizialmente venne impiegato da Zeus per trasportare le folgori sull'Olimpo e quindi domato dal suo fratellastro, Bellerofonte, il quale troverà la morte proprio a causa di una caduta da cavallo. Pegaso torna dunque agli dei e, una volta terminate le sue imprese, vola verso la parte più alta del cielo dando così origine alla costellazione.
ARIONE: altro cavallo leggendario con il dono della parola creato da Nettuno con un colpo di tridente sulla terra.
CENTAURI: metà uomini e metà cavalli, vivono nei boschi e sulle montagne lontano dalla civiltà e hanno un rapporto conflittuale con l'uomo; manifestano spesso un comportamento feroce ed imprevedibile e amano cibarsi di carne e vino. Non presentano un tipo di organizzazione sociale all'interno del loro gruppo ma, all'occorrenza, sanno essere amici degli uomini e aiutarli. CHIRONE è il più saggio insieme a FOLO.
EOS: dea greca dell'aurora, come la sua equivalente indiana Aruna, nell'immaginario prendeva le sembianze di un'auriga alla guida del suo carro attraverso il cielo prima dell'alba. Aveva due cavalli i cui nomi erano SPLENDENTE e LUCENTE; Elio, invece, dio del sole, disponeva di una quadriga a simboleggiare la sua condizione più elevata.
CILLARO: cavallo di Castore (uno dei Dioscuri ricordato come abile domatore di cavalli)
SATIRI: presenti nella mitologia greco-romana come esseri bestiali e selvaggi che venivano rappresentati sia in forma di cavallo che di caprone.
SILENI: di natura simile ai satiri, alcuni presentano orecchie equine.
POSEIDONE: dio dei mari, guidava un carro trainato da splendidi cavalli marini. Ha uno stretto legame con i cavalli e darà vita a molte creature equine. Con il nome di Ippio viene considerato come protettore dei cavalieri.
SKIPHIOS: fu il primo cavallo nato dalla Terra fecondata da Poseidone.
AREIO: nato dall'unione del dio Ippio che si era invaghito di Demetra, la quale per sfuggirgli si era trasformata in giumenta ma il dio a sua volta si trasformò in stallone.
SVANTEVIT: nella mitologia slava era dio della guerra ed aveva come attributi una spada, una sella, una briglia ed un cavallo bianco.
IPPOGRIFO: creatura alata nata dall'incrocio tra cavallo e grifone, caratterizzata da testa ed ali di aquila, zampre anteriori e petto di leone e corpo di cavallo. La prima descrizione di tale animale si trova nell'Orlando Furioso  di Ludovico Ariosto e viene usato da Astolfo per arrivare fino alla luna e lì recuperare il senno perduto di Orlando.
BUCEFALO: leggendario cavallo di Alessandro Magno il quale fu l'unico in grado di avvicinarlo e domarlo. Ne divenne dunque un sincero e fedele compagno fino alla morte avvenuta in guerra a causa delle ferite riportate nello scontro, all'età di 20 anni. Il nome sta a significare "testa di bue" da ricondurre alla sua imponente stazza. Il suo mantello era nero con una macchia bianca in fronte ed un occhio azzurro.
UNICORNO o LIOCORNO o LEOCORNO: creatura presente nei bestiari medievali, stava a simboleggiare la saggezza e poteva essere avvicinato solo da una vergine. Si credeva che l'asportazione del corno ne avrebbe causato la morte. Ad oggi si pensa che una capra o altro animale dotato di corna sia stato scambiato per un unicorno dal momento che non è raro trovare animali che sviluppino un solo corno centrale anzichè due. Spesso infatti il leocorno o unicorno viene rappresentato con barba caprina.
SURYA: in Asia centrale e meridionale era il dio del sole, una delle tre divinità più importanti e correva nel cielo su di un carro trainato da sette cavalli.
BONNACONE: bestia asiatica dalla testa di toro e corpo di cavallo.
VALCHIRIE: appartenenti alla mitologia germanica, fanno parte del seguito di Odino e si narra che cavalcassero nei campi di battaglia sparsi per il mondo per scegliere chi doveva morire.
EPONA: dea celtica, il suo nome era formato dalla radice epo- designante il cavallo e dalla desinenza -ona, ossia "relativo a". Possibili traduzioni del nome potevano dunque essere cavalcatrice, cavallina, equestre, relativa ai cavalli. Era una dea molto importante in Gallia in relazione al ruolo preponderante che svolgeva la cavalleria ed il cavallo.
SLEIPNIR: cavallo appartenente alla mitologia nordica, apparso nei primi testi nel tredicesimo secolo, aveva la caratteristica di avere otto zampe.
UCHAISHRAVAS: cavallo bianco volante della mitologia indù era dotato di sette teste.
KELPIE: cavallo sovrannaturale del folklore celtico, secondo alcune leggende era bianco, secondo altre nero e la sua pelle è liscia e fredda al tatto. Si narrava che vivessero vicino alle sponde dei fiumi dove cacciavano e convincevano ragazzini a montargli in groppa per poi trascinarli sul fondo e cibarsene.
KANTHAKA: secondo il buddismo fu il cavallo preferito del principe Siddhartha; si narra che dopo la partenza del padrone, Kanthaka morì di crepacuore.
SAN GIORGIO: nella religione cristiana è il patrono dei cavalieri e viene ritratto su di un cavallo bianco.
AISOYIMSTAN:   divinità dei nativi americani che cavalcava un cavallo bianco.
In Asia e Turchia il cavallo veniva visto come compagno inseparabile dell'uomo ed erano note leggende riguardanti un cavallo nato dall'acqua ed alcune tombe di cavalli erano venerate come luoghi sacri. Anche in Grecia il cavallo è compagno indispensabile dell'uomo e del guerriero di cui è parte integrante insieme alle armi. L'invenzione del morso nella mitologia greca venica attribuita ad Athena Chalinitis, la quale lo donò a Bellerofonte per permettergli di domare Pegaso. Per i celtiberi era comune il culto del cavallo solare. In Tessaglia, invece, era usanza donare alla futura sposa durante il giorno delle nozze un cavallo da guerra bardato con il morso ad indicare la fine della libertà della giovane. Per identificare infatti il velo della sposa e la testiera dei cavalli veniva utilizzato lo stesso terine, l' àmpyx. Nello zoroastrismo, una delle rappresentazioni di Tishtyra è in forma di stallone bianco. La città di Hanoi invece venera come patrono un cavallo bianco.

Bestiario e consigli (IN)utili

- È importante dare il grasso solo limitatamente alla corona dello zoccolo e non sui chiodi (????!!!)
- Trasmettendo energia al cavallo con la mano alzata lo si fa indietreggiare (detto da una persona con una mano alzata e la frusta nell’altra …)
- Tramite la propria energia si può trasmettere il proprio pensiero al cavallo. Un cavallo quindi poco propenso al lavoro verrà “spaventato” proponendogli immagini della fine orrenda che potrebbe fare
- Se uno stallone si comporta male basta trasmettergli immagini, tramite il nostro cervello, relative alla castrazione
- Ho dovuto somministrare un antibiotico al cavallo perché aveva la febbre! (la sua temperatura era di 38° C...)
- Se il cavallo si ferma all’improvviso e non ne vuol più sapere di ripartire continua a sollevarti come se stessi trottando
- “Santona” di turno ha rimesso a posto le vertebre spostate di un cavallo solo appoggiando la mano e trasmettendo calore
- “Il cavallo soffre di una forte dermatite,cosa posso fare?” Detto da proprietaria che continuava a grattare insistentemente la zona secondo lei affetta da dermatite cospargendola di volta in volta con una quantità di creme differenti.
- Rivenditore cerca di rifilarmi prodotto omeopatico miracoloso che può essere somministrato per via orale, endovenosa ed intramuscolare
- Dal negoziante: “Quelle fasce viola sono da lavoro o da riposo?” Mi viene risposto che sono da riposo ma io avevo bisogno quelle da lavoro. La risposta successiva è stata “sono da riposo ma possono essere usate anche da lavoro”…volendo posso anche usarle come calzamaglia?
- Padrone definito da tutti come amorevole e molto appassionato abbandona letteralmente cavallo nella scuderia senza più farsi vedere.
- Cavallo che si spaventa costantemente nello stesso punto del campo da dressage; viene venduto perché non adatto e non corrispondente al livello del suo cavaliere. Nuovo cavallo: stesse fughe nello stesso punto del rettangolo.
- Commerciante definisce la cavalla bravissima e adatta a principianti: dopo 7 giri del campo ad una velocità folle ed una caduta nella quale mi sale su un braccio mi sorge il dubbio non sia così sincero …
- Amazzone che disinfetta quotidianamente i piedi del cavallo con litri e litri di betadine
- Ferrature correttive fatte a vita ( se non hanno portato risultati apprezzabili non sarà che non funziona molto la correzione??)
- “Santona” di turno viene definita una persona correttissima dal momento che a seconda di chi si può permettere di spendere più o meno fa i prezzi dei prodotti o vende due prodotti con simili caratteristiche che però hanno di fondo una differenza di un centinaio di euro l’uno dall’altro (visto che mi aveva chiesto 400 euro devo immaginare di essere stata una di quelle che secondo lei poteva spendere)
- Istruttore deve insegnare al cavallo i passi indietro. Questi si rifiuta, scende e gli fa fare venti volte il giro del campo in retromarcia stando a terra. Il suo commento successivo è stato: sicuramente lo userà poi come difesa quando ci salirà la padrona. Così la sventurata dovrà richiamare e ripagare l’istruttore. Evviva.
- Istruttore non vuole salire su cavallo con il vizio di impennarsi e cerca di rifilarlo ai vari allievi
- Istruttori che passano il tempo a parlare al telefonino o con le madri dei bambini a bordo campo
- Istruttori che vanno in letargo in inverno
- Istruttore convince allievo a cambiare cavallo perché non ha i mezzi per saltare… peccato che con altro cavaliere sia arrivato ‘molto in alto’
- Cavallo con gonfiore alla mascella e ascesso: diagnosi fai da te: “sicuramente è un dente cariato da togliere” (Teniamo presente che la carie nei cavalli è piuttosto rara e l’estrazione di un dente può portare a seri problemi durante la masticazione…ma pare che il dente sia poi stato estratto)
- Il cavallo che beve dal secchio poi non beve più dalla beverina
- Le carote sono altamente caloriche, meglio sostituirle con un secchio di erba medica disidratata (!)
- Il mio cavallo preferisce stare in box che al paddock, la prima volta in cui l’ho messo fuori infatti correva come un matto
- Quali sono le regole per guidare il cavallo?
- Oddio il cavallo si muove!
- Mi devo togliere gli occhiali per salire a cavallo?
- Detto da un gruppo di principianti assoluti alle prese con la loro prima passeggiata: numero di persone 6, numero di cavalli 5. Al che uno dei ragazzi propone (seriamente): ma non possiamo andare in due?

Le testiere

Le testiere possono essere in diverso materiale e di diversa fattura. Il materiale più comune è il cuoio il quale deve essere di buona qualità e, se adeguatamente pulito ed ingrassato, può durare a lungo. Più comune per l'endurance è l'uso di testiere in materiale sintetico, veloci da pulire e con una manutenzione molto ridotta e colori spesso vivaci e molto vari (mentre per il cuoio è più comune il nero ed il marrone o, in alcuni casi, il bianco che però presenta lo svantaggio di rovinarsi facilmente). La testiera viene usata per sostenere l'imboccatura scelta la quale viene collegata attraverso i montanti alla testiera stessa e quindi alle redini negli anelli preposti, definiti guardie. Non è indicata se dobbiamo legare il cavallo perchè, se questi dovesse tirare per una qualsiasi ragione, si farebbe del male; se abbiamo perciò in programma un trekking o una passeggiata con in previsione di fermarci allora sarà bene inserire sopra la testiera una normale capezza in modo da poter legare l'animale ad un albero o palo durante la sosta. Le misure variano a seconda delle dimensioni del cavallo (full, cob, piccolo pony) ed ogni testiera è inoltre dotata di fibbie e buchi per permetterne una miglior regolazione. I principali componenti sono: capezzina (la parte che si chiude sopra il naso e deve essere fatta passare sotto le guardie del filetto), chiudibocca ossia quella striscia in cuoio in genere più sottile della capezzina che si trova davanti ad essa e va allacciata davanti all'imboccatura, frontalino (intercambiale, ne esistono in commercio di molti tipi dal classico interamente in cuoio a quelli con strass, con swarowsky, con elementi in ottone e via dicendo dai prezzi molto variabili a seconda del materiale scelto), sottogola, montanti che uniscono l'imboccatura al sopracapo. Alcune testiere non sono dotate di frontalino e capezzina e si vedono per lo più nella monta americana.
La testiera con capezzina flash o irlandese è la più comune ma possibilmente la meno comoda per il cavallo tenendo presente che la sua mandibola inferiore è più stretta rispetto a quella superiore

La testiera con capezzina tedesca è consigliabile nelle prime fasi dell'addestramento, non presenta chiudibocca e la capezzina anzichè essere chiusa dietro al filetto va a trovarsi davanti ad esso; quella incrociata invece è molto leggera (detta anche grakle) ed esiste anche in versione messicana più comoda della precedente perchè è attaccata più in alto sulla testa.

Esempio di capezzina messicana

La briglia completa viene usata solo in determinate occasioni come nelle gare di dressage ad alto livello ed ha la caratteristica di incorporare due imboccature diverse: morso e filetto, usata con due coppie di redini

Infine parliamo di una testiera senza imboccatua la bitless bridle: presenta un incrocio sotto alla gola del cavallo fornendo un effetto leva ed è indicata per tutti i cavalli che presenti problemi relativi all'imboccatura (cavallo che scavalca il morso, eccessiva sensibilità, ecc)

Altro tipo di "non imboccatura" è l'hackamore che però risulta essere piuttosto coercitivo soprattutto se in mano di cavalieri con poca esperienza; è dotato di barbozzale e leve di diverse dimensioni a seconda del modello scelto



mercoledì 11 maggio 2011

Piccolo dizionario italiano - inglese

Termini maggiormente usati nell'ambito del cavallo con relativa traduzione in inglese:


Cavallo - horse
Testa - head
Orecchie - ears
Occhi - eyes
Narici - nostrils
Denti - teeth
Criniera - main
Coda - tail
Peli - hair
Zoccolo - hoof
Anteriori - forelegs
Posteriori - hindlegs
Garretto - hock
Garrese - withers
Groppa - croup
Collo - neck
Petto - breast
Pancia - belly
Ginocchio - knee
Spalla - shoulder
Schiena - back
Guancia - cheek
Spavenio - spavin
Tedinite - tendinitis
Allergia - allergy
Colica - colic
Zoppia - lameness
Laminite - laminitis
Difetto di andatura - gait abnormality
Castrazione - castration
Sarcoide - sarcoid
Adenite - strangles
 
Stallone - stallion
Femmina - mare
Castrone - gelding
Puledro (meno di 6 mesi) - foal
Puledro (una anno) - yearling
Tosare - to clip
Mantello - coat
Baio - bay
Grigio - grey
Sauro - chestnut
Bianco - white
Morello - black
Montare - to ride
Tack - selleria
Sella - saddle
Seggio - seat
Staffa - stirrup
Briglia - bridle
Sottosella - pad, blanket
Sottopancia - girth
Imboccatura - bit
Stivale - boot
Sperone - spur
Ferratura - shoeing
Maniscalco - farrier
Veterinario - veterinary (vet)
Coperta - rug
Stinchiere - boots
Paraglomi - bell boots
Fasce - bandages
Pulizia - grooming
Spazzola - brush

Fieno - hay
Carote - carrots
Aglio - garlic
Mele - apple
Avena - oats
Orzo - barley
Crusca - bran
Pastone -mash
Erba -grass
Paglia - straw


Le andature

Le andature principali del cavallo sono tre: passo, trotto e galoppo. All’interno di queste tre esistono poi molte varianti, visibili in special modo durante una prova di dressage, le quali vengono determinate dalla riunione o dall’allungamento di esse.
Il PASSO è un’andatura in quattro tempi, asimmetrica e basculata; si dice che è in quattro tempi perché gli arti si muovono in sequenza uno alla volta nell’ordine: posteriore destro, anteriore destro, posteriore sinistro ed anteriore sinistro. È basculata poiché il cavallo muove la testa e l’incollatura durante il movimento ed è asimmetrica dal momento che non vi è simmetria nel movimento degli arti. Durante la riunione l’ampiezza dei assi viene ridotta dunque essi sono più corti e si ha un maggior impegno del posteriore. È comunque necessario che non venga a mancare l’impulso ed il contatto di mano sia leggero e non costrittivo. Il movimento risulta rilevato ed i posteriori coprono le orme degli anteriori. Nel passo medio le orme dei posteriori dovrebbero superare quelle degli anteriori ed il cavallo si muove con l’incollatura distesa. Il passo allungato ha falcate più ampie, che coprono più terreno ma, ciononostante, il movimento non deve risultare affrettato ed è importante che venga sempre mantenuta la regolarità dell’andatura. Le orme dei posteriori superano di molto quelle degli anteriori e l’incollatura è distesa più che nel passo medio sebbene non venga a mancare il contatto del cavaliere con la bocca del cavallo. Naturalmente, anche grazie alla conformazione fisica, vi sono cavalli più portati allo sviluppo delle andature allungate ed altri a quelle riunite. Ad esempio un cavallo tedesco avrà un trotto allungato migliore e più spettacolare rispetto ad un PRE che invece avrà il vantaggio di avere una più facile riunione. Ciò che conta è comunque che tutte le andature siano regolari e che il cavallo sia in avanti.
Il TROTTO è un’andatura simmetrica, non basculata ed in due tempi con un tempo di sospensione. È simmetrica poiché gli arti si muovono per bipedi diagonali nella sequenza: anteriore destro e posteriore sinistro insieme seguiti da anteriore sinistro e posteriore destro più un tempo di sospensione durante il quale tutti e quattro gli arti rimangono per un attimo sollevati da terra; l‘ampiezza delle falcate di un trotto di lavoro si aggira attorno ad un metro. Non è basculata perché non vi è movimento dell’incollatura (nel caso vi fosse è opportuno controllare il cavallo perché ciò evidenzia una zoppia). Anche a questa andatura abbiamo le varianti del trotto riunito in cui l’animale porta maggiormente i posteriori sotto di sé con falcate più corte ed un movimento più rilevato (passage e piaffe sono due esempi di grande riunione al trotto: il passage è un movimento molto rilevato molto simile al trotto che si vede eseguire dagli stalloni in natura, mentre il piaffe è un trotto sul posto) ed uno allungato nel quale il cavallo copre una porzione di terreno maggiore e gli anteriori sono molto distesi in avanti. Affinchè l’andatura sia corretta è opportuno osservare l’angolazione dei bipedi diagonali in movimento: essa deve essere identica per l’anteriore ed il posteriore.
Il GALOPPO è un’andatura in tre tempi più uno di sospensione, asimmetrica e basculata. Capita che il galoppo diventi in quattro tempi quando si scinde il diagonale (comune durante le corse al galoppo a causa dell’elevata velocità o, al contrario, quando un cavallo galoppa molto lentamente e senza impulso). La successione dei passi dovrebbe essere: posteriore interno, diagonale esterno e, infine, anteriore interno (che è quello che si guarda per capire di che galoppo stiamo parlando). La loro ampiezza mediamente si aggira attorno ai 3,5-4 metri. Anche qui si può ottenere un galoppo riunito ed uno allungato. Il grado di massima riunione al galoppo lo osserviamo durante la pirouette, figura in cui il cavallo al galoppo ruota gli anteriori facendo perno sui posteriori. Il canter è un galoppino. Si parla di galoppo falso quando i cavallo galoppa ad esempio a mano sinistra come invece dovrebbe fare a mano destra perciò partendo con il posteriore destro seguito da bipede diagonale sinistro e anteriore destro e può essere dovuto ad un uso incorretto degli aiuti, da un addestramento carente e dal cavallo che parte controflesso. Si definisce invece galoppo rovescio quando siamo noi stessi a richiedere una partenza destra quando siamo a mano sinistra, mantenendo però il cavallo con la giusta flessione (verso l’esterno). Quest’ ultimo è un utile esercizio di ginnastica per il cavallo. Il galoppo si definisce invece disunito quando l’animale galoppa destro con gli anteriori e sinistro con i posteriori o viceversa. Spesso i cavalli si disuniscono quando non viene effettuato correttamente un cambio di galoppo e cambiano dunque solo davanti e non dietro, errore spesso imputabile a mancanza di impulso, o in ricezione da un salto.
L’ ambio è invece considerato un difetto di andatura e consiste in un trotto (molto comodo) nel quale il cavallo si muove per bipedi laterali (anteriore e posteriore destro insieme e anteriore e posteriore sinistro per esempio) ed è generalmente causato da rigidità dell’animale. Ciò nonostante esistono determinate razze che ambiano naturalmente (paso fino peruano); il tolt è una variante dell’ambio in quattro tempi ed è una sorta di ambio veloce (tipica del pony islandese).

I morsi

Più severi rispetto ai filetti i morsi sono caratterizzati spesso, ma non sempre, dalla presenza di un cannone rigido a cui viene abbinato un barbozzale ossia una catenella che passa al di sotto della barbozza e che funge da fulcro per l'effetto leva. Il barbozzale può essere in metallo o cuoio.
1- pelham : è una via di mezzo tra il filetto ed il morso

2- centauro : è una variante del pelham il quale ha il cannone rivestito in gomma
3- morso Lhotte
4- morso weymouth
5- morso correctional
6- morso mikmar
7- morso irlandese cannone rotante
8- morso kimblewick

 9- tandem

martedì 10 maggio 2011

Le imboccature


La gestione del cavallo montato dipende da molti fattori che lavorano insieme in concomitanza per andare a determinare un corretto addestramento e, con esso, una giusta risposta all’uso degli aiuti a nostra disposizione. Sotto quest’ottica, la scelta della giusta imboccatura per il nostro animale acquisisce una notevole importanza in quanto, insieme all’uso di gambe e assetto, ci permetterà di far eseguire al cavallo i nostri ordini. Partendo dal presupposto che tanto più sarà semplice l’imboccatura prescelta, tanto meglio, possiamo scegliere tra un ampio panorama di prodotti sul mercato. Essi si differenziano per forma e tipologia e la loro conseguente azione, per materiale e per dimensione. I materiali più comuni sono acciaio (con cannone pieno o vuoto), rame, gomma o rivestito in cuoio. Il rame ha lo svantaggio di essere facilmente deformabile e può avere dunque una vita relativamente breve perché a volte si vengono a creare delle sporgenze che vanno a pizzicare la lingua del cavallo rendendone necessaria la sua sostituzione ma, di contro, ha il vantaggio di favorire la masticazione. Il filetto in acciaio vuoto è molto leggero rispetto a quello in acciaio pieno.
Filetto rivestito in gomma sia con cannone intero che con snodo.
Filetto nathe: è composto da un nuovo materiale studiato e brevettato, nato in Germania, per i cavalli con bocca sensibile o i giovani cavalli in addestramento. Stimola la salivazione ed è fabbricata con metallo antiallergico con rivestimento in gomma. È disponibile in diverse forme e misure, con ponte per la lingua, intero, con snodo singolo o doppio.
Oggigiorno esistono anche filetti in gomma aromatizzati per esempio al gusto di mela per favorire una maggior salivazione.
Le misure dei filetti sono variabili a seconda delle dimensioni dell’animale. Indicativamente per un pony di piccole dimensioni come uno shetland potrebbe andare uno di 10,5 centimetri; quello di 11,5 è utile per pony o cavalli di piccole dimensioni come purosangue inglesi o arabi di altezza inferiore a 1,60 al garrese; i 12,5 può andare per un cavallo di grandezza media o un pony con testa grande; il 13,5 si usa per un cavallo grande ed infine il 14,5 per un cavallo grande con testa massiccia. È importante scegliere la misura adeguata perché una imboccatura inadeguata può creare problemi: se troppo piccola infatti può pizzicare la bocca mentre se troppo grande può ferire la bocca ed i nostri ordini saranno meno precisi. Teniamo sempre presente che tanto più grande è il cannone (la parte centrale dell’imboccatura) tanto più sarà dolce e leggera la sua azione sulla bocca mentre ad un diametro inferiore corrisponde un’azione più severa.
L’imboccatura va posizionata all’interno della bocca del cavallo in corrispondenza delle barre, zona intermedia tra gli incisivi ed i premolari sprovvista di denti.
Esistono diverse grandi famiglie di imboccature e principalmente si dividono in filetti e morsi. Il morso ha un’azione più severa ed agisce prevalentemente su lingua e mascella con un cannone rigido più o meno sollevato nel mezzo per dare libertà di movimento alla lingua mentre il filetto ha effetto principalmente sulle commessure labiali ed il suo cannone è generalmente snodato ed è privo di barbozzale. Se il cavallo è ad inizio addestramento o noi siamo cavalieri principianti, la scelta opportuna sarà indirizzata verso un semplice filetto con cannone grande. Il pelham è una combinazione di morso e filetto con un cannone singolo che si va a situare nella stessa posizione del filetto. Nel caso della briglia completa, visibile soprattutto nelle gare ad alto livello di dressage dove è obbligatoria, si usano morso e filetto insieme che permettono un maggior controllo degli aiuti ma per cui è necessaria molta esperienza.
Vediamo nello specifico diversi tipi di filetto:
1- filetto ad anelli mobili

Detto anche filetto semplice o a due anelli, è l'imboccatura più semplice, ha un peso ridotto ed è adatta a diversi cavalli. Presenta lo svantaggio che gli anelli mobili avendo l'opportunità di girare all'interno del cannone possono pizzicare il cavallo e, per evitare ciò, si ricorre all'uso di rondelle di plastica



2- filetto a D

La forma a D permette all'imboccatura una maggior stabilità all'interno della bocca, anche qui il materiale usato può essere molto variabile, nella figura è in rame ma si trova anche in acciaio per esempio. Può essere abbinato a dei "tubetti" in rame per favorire ulteriormente la salivazione e masticazione:





3- filetto ad oliva o filetto Chantilly
Le olive evitano di pizziccare le commessure labiali come invece succede per il filetto ad anelli mobili. Può essere in diverso materiale, nella foto ad esempio è in rame.



 
4- filetto a doppio snodo







5- filetto sospeso Baucher

Composto da un cannone snodato e due anelli fissi di dimensioni differenti, nei due più piccoli vanno inseriti i montanti della testiera mentre nei grandi le redini. Ha un leggero effetto leva e si usa tendenzialmente con i cavalli che tendono ad essere pesanti sulla mano.







6- filetto spagnolo






7- gag olandese o Pessoa

Può essere a due o tre anelli (si contano quelli piccoli, nella foto è un Pessoa a 3), le redini, a seconda dell'anello a cui vanno fissate hanno un effetto leva più o meno forte




8- gag snodato o filetto elevatore

Presenta generalmente anelli più grandi rispetto agli altri filetti i quali sono provvisti di due occhielli dentro i quali scorre un cordino di cuoio o nylon. La sua funzione dovrebbe essere quella di favorire l'equilibrio del cavallo sollevando il treno anteriore. 




9- filetto a torciglione semplice o doppio

Il torciglione è una caratteristic del cannone che è "arrotolato" su sè stesso in entrambe le parti del cannone o soltanto in una. E' un'imboccatura piuttosto severa. 




10- filetto a farfalla

Questo filetto è dotato di abbassa lingua per immpedire ai cavalli con il vizio di scavalcare l'imboccatura di farlo








11- filetto ad aste

La presenza delle aste fanno sì che il filetto non si muova eccessivamente uscendo dalla bocca ed è ideale con cavalli giovani in fase di addestramento perché rende più facile l’insegnamento della direzione. È opportuno però fare sempre attenzione che le aste non si impiglino ad esempio in corde o piante.

12- filetto con giocattolo
il giocattolo centrale ha la funzione di favorire la decontrazione del cavallo e la masticazione; si usa principalmente con animali giovani o piuttosto nervosi.



13- filetto snodato con imboccatura in gomma aromatizzata





14- filetto imboccatura a palline





15- filetto imboccatura a respiro






16- filetto ricoperto in cuoio

sabato 7 maggio 2011

Il cavallo nell'arte:Boccioni ed il 1900

Per Boccioni ed i Futuristi il cavallo è usato come simbolo stesso del dinamismo per dare l'idea del movimento:

Di seguito Botero e la sua scultura:

Giovan Francesco Gonzaga:


venerdì 6 maggio 2011

Il cavallo nell'arte: i primi studi fotografici e i pittori a cavallo tra XIX e XX secolo

Con lo sviluppo della fotografia si possono osservare importanti mutamenti nel modo di rappresentare il cavallo soprattutto in movimento. Fino ad ora infatti non era del tutto chiara la sequenza del galoppo che invece lo diventa dopo gli studi di Muybridge del 1878:

Sotto John Collier, "Lady Godiva", 1897:

Gauguin rappresentò, nei "Cavalieri sulla spiaggia" del 1902, i cavalli in omaggio ai dipinti di Degas inerenti le corse ma, nella sua opera, non si parla più di realismo ma bensì di simbolismo: i fantini vengono infatti sostituiti da figure incappucciate.

"Il guado", 1901. Il cavallo nero riprende le incisioni di Durer mantre la figura incappucciata sul cavallo bianco è un demone che accompagna il giovane nell'aldilà (bianco è il colore del lutto in Polinesia).

"Cavallo bianco", 1898, proprio da questa opera inizia la successiva serie di dipinti con tema cavallo che faranno parte degli ultimi anni della sua vita.

Il Cavaliere Azzurro - Der Blaue Reiter
Movimento fondato da Franz Marc e V. Kandinskij bel 1910; il simbolo dell'avanguardia fu proprio un cavaliere su di un cavallo scalpitante dipinto da Kandinskij nel 1903

Di seguito Franz Marc:


Ance Picasso rappresenta nelle sue opere svariati cavalli. Qui di seguito in ordine: "Parade" del 1917




 "La morte del torero", 1933, Parigi, Musée Picasso


"Guernica", 1937, dove il cavallo rappresenta il popolo spagnolo (Madrid, Centro de Arte Reina Sofia)


giovedì 5 maggio 2011

Il cavallo nell'arte francese del 1800

Forse una delle raffigurazioni più famose di Napoleone Bonaparte, ritratto nel 1801 da Jacques-Luois David e conservato al Musée National du Chateau de Malmaison. Fu lo stesso Napoleone a chiedere di essere dipinto in sella al suo cavallo preferito.
Sopra: Carle Vernet (1758-1836) fu pittore ed illustratore di cavalli oltre che maestro di Gericault le cui opere sono visibili di seguito:
"Corsa di cavalli a Roma"

Studio sulle diverse groppe e posture

Schizzi per la realizzazione del cavaliere polacco a cavallo

"The Epsom Derby", 1821



Ed ancora Eugène Delacroix:
"Zuffa di cavalli in scuderia", 1860

Cavallo bianco impaurito da un fulmine, 1824, Budapest, Museo di Belle Arti
Dedreux (1810-1860), allievo di Gericault:







Manet:

"Corsa di cavalli a Longchamps", 1864

Degas:
"Alle corse in provincia"


"Cavalli da corsa davanti alle tribune" 1866-68 circa






"Cavalli da corsa a Longchamps"