lunedì 21 marzo 2011

L'alimentazione

Il cavallo è un erbivoro che, allo stato brado, si ciba principalmente di erba che bruca instancabilmente per i due terzi della sua giornata. Occasionalmente, in special modo se il terreno dove pascola risulta essere piuttosto povero e brullo, possono mangiare anche le foglie di alcune piante. Normalmente oggi la sua dieta viene però integrata, per diverse ragioni che possono andare dalla mancanza di pascoli sufficientemente spaziosi da fornire il fabbisogno energetico necessario, cavalli scuderizzati che non hanno accesso a paddock, cavalli con fabbisogni particolari come quelli usati nelle competizioni. In linea generale un animale dovrebbe mangiare approssimativamente il 2% del suo peso (perciò un cavallo di 500 kg giornalmente avrà bisogno di 10 kg di cibo) suddiviso a sua volta in un 70% di foraggio e un 30% di mangime. È necessario precisare che i dati che riporto sono puramente di riferimento in quanto generici; a seconda della tipologia del fieno e del mangime che scegliamo di usare nonché delle necessità specifiche del cavallo si dovrà optare per una razione più o meno grande o un bilanciamento diverso delle dosi. Detto questo, alla base fondamentalmente c’è il fieno del quale in commercio troviamo una scelta molto ampia, diversamente da quanto accadeva anche solo una cinquantina di anni fa. Il più tradizionale è quello in ballette (in genere di una ventina di chili) o in balloni, notevolmente più pesanti e di difficile stoccaggio a meno che non disponiamo di un magazzino o fienile coperto e adeguatamente aerato. I balloni tornano utili se in scuderia sono presenti molti animali ma, in caso contrario, non conviene molto perché, a lungo andare, può sviluppare muffe al suo interno che danno origine a fenomeni di intolleranza ed allergie. Inoltre il ballone può contenere più facilmente oggetti estranei. Il fieno di questo tipo una volta tagliato viene lasciato in loco ad essiccare tre o quattro giorni nei quali è di fondamentale importanza che non venga bagnato, in tal caso inizierebbe il processo di fermentazione che lo renderebbe inutilizzabile. Secondo tipo di fieno è quello insilato; in tal caso però la fermentazione di grosse balle può portare nel peggiore dei casi al botulismo ed è per questo che non è consigliabile il suo utilizzo. Una via di mezzo tra quello classico e quello insilato si trova ne vari “haylage” in commercio; il fieno tagliato viene imballato in assenza di aria prima che si sia del tutto compiuto il processo di essicazione per fare in modo che non si sviluppino muffe. La sua praticità sta nel fatto che si trova in confezioni che si aggirano attorno ai 25 chili che lo rendono di facile utilizzo anche per chi magari deve spostarsi per andare in concorso ma, di contro, ha un valore nutritivo maggiore rispetto al fieno classico quindi deve essere somministrato in quantità inferiore ed essendo più appetibile i cavalli tendono a mangiarlo più velocemente. Il fieno poi si può trovare in fibra lunga o fibra corta. La fibra lunga permette un miglior transito intestinale, per questa ragione quello a fibra corta ( intorno ai 5 centimetri) spesso si trova integrato con della melassa. Altra differenza è quella tra un fieno di primo taglio e quello di un secondo o terzo: mano a mano il fieno perde le sue qualità rendendo un terzo taglio molto meno nutriente di un primo. Infine ci sono anche prodotti studiati specificatamente per cavalli affetti da problemi respiratori i quali dovrebbero essere esenti da muffe e contenere, oltre alla classica erba medica, loietto e festuca, anche erbe officinali per garantire la mancata insorgenza di problemi in questi animali. Sempre per quanto riguarda i problemi respiratori esistono anche in commercio sacchi di fieno pellettato, fieno wafer o in cubetti ma senza andare tanto lontano e spendere grandi cifre il rimedio più classico per le affezioni respiratorie sta nel bagnare il fieno qualche ora prima di somministrarlo in modo che si elimini la polvere.
In conclusione: come scegliere? Al momento di prendere la nostra decisione teniamo presente innanzi tutto quanti animali abbiamo, dove possiamo immagazzinare il tutto (alcuni agricoltori permettono di comprare una scorta di fieno che tengono loro mentre noi andiamo a recuperarne un poco alla volta ma non è la regola) e, non ultimo, la nostra disponibilità economica in quanto i prezzi possono sensibilmente variare a seconda del prodotto scelto.


Nelle immagini sopra diversi tipi di fieno a confronto: magengo, wafer e classico a fibra lunga

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