Un allergia è una reazione del nostro corpo ad un determinato allergene; si può sviluppare ad ogni età e non esiste una razza più o meno esposta rispetto alle altre. Gli allergeni, sostanze presenti nell’ambiente, possono essere di diverso tipo come ad esempio la polvere, determinati alimenti, il polline, muffe, punture di insetti, alcuni farmaci o prodotti come shampoo o finimenti. Alcuni individui risultano essere più sensibili una volta venuti a contatto con tali allergeni e sviluppano reazioni più o meno serie, a volte anche molto forti che possono anche portare ad una diminuzione delle prestazioni sportive, ma che in rari casi sono mortali. tipicamente si riscontrano prurito, orticaria, eritema, alopecia, presenza di papule e croste, dolore e gonfiore della zona interessata con conseguente maggior sensibilità. Determinare cosa causa la reazione allergica è un primo passo verso il trattamento del problema ma non sempre è un’operazione semplice da mettere in atto. Esistono due tipi di esami che si possono fare: uno consiste in un test a livello della cute durante il quale viene iniettato un allergene in una zona poi monitorata per un determinato periodo di tempo, che può andare dalla mezz’ora alle 24 ore, per vedere se vi è sviluppo di gonfiore e un secondo test effettuato in laboratorio con un campione di sangue. Purtroppo nessuno dei due è sicuro al 100% e possono entrambi dare dei falsi positivi o negativi. Se si propende per un’ allergia di tipo alimentare allora si procederà con una dieta ipoallergica mirata a scoprire quale possa essere l’alimento responsabile dell’allergia. Molti sono gli alimenti che la possono causare e tra loro si inseriscono gli integratori, gli additivi, il grano, il fieno, il malto, la crusca, le patate, le barbabietole da zucchero, ecc. Eliminati perciò quelli che possono i principali fattori di rischio (in primo luogo integratori ed additivi), si procederà con cambiare fieno o bagnarlo per renderlo il meno polveroso possibile. La dieta deve essere seguita per 8-12 settimane durante le quali, già a metà trattamento, dovrebbe essere evidente un certo miglioramento. A questo punto verrà inserito poco a poco ogni alimento eliminato dalla dieta (uno per settimana) osservando quali possono essere le conseguenze di ciò. Una volta determinato quale o quali possano essere i responsabili della reazione si procederà con lo studio di una dieta bilanciata e esente dagli allergeni individuati. L’uso di antistaminici può essere utile in un primo tempo per contrastare una reazione molto violenta ma non può essere effettuato per molto tempo.
Esistono poi le così dette allergie da contatto: esse avvengono quando l’animale viene esposto al contatto con un determinato materiale al quale risulta allergico, ad esempio sottosella, finimenti o spazzole. A mio avviso è opportuno controllare prima se realmente è il materiale dell’oggetto a produrre la reazione o se l’allergia viene scatenata dallo stesso perché non in condizioni ottimali. La presenza di polvere, sudore o finimenti sporchi possono tutti essere causa della reazione più che non il materiale di per sé stesso.
La presenza di micosi può dare origine ad una reazione simile a quella delle allergie classiche; sono praticamente dei funghi che si insinuano nella cute attraverso delle lesioni per poi diffondersi e dare origine a croste anche piuttosto evidenti. Per stabilire se si tratta di micosi o meno è necessario effettuare una coltura micotica per poi mettere in atto una terapia basata sull’impiego di farmaci ad uso topico. È opportuno che tutta l’attrezzatura del cavallo colpito da micosi venga pulita e disinfettata e tenuta in disparte da quella degli altri animali in scuderia pena la sua diffusione.
Una dermatite allergica può anche essere determinata dal contatto con insetticidi, pesticidi, anticrittogamici, antiparassitari, erbe e piante velenose oltre che la puntura di insetti ematofagi (mosche, zanzare, tafani) i quali, per succhiare il sangue dalla ferita inferta, iniettano saliva che funziona da anticoagulante ed è spesso la causa dell’allergia. In taluni casi depongo anche uova nelle stesse ferite infette. Alcuni possibili rimedi possono interessare prodotti cortisonici, antistaminici, l’uso di estratti di ribes nero, echinacea e propoli (impiegati anche in tisane o essiccati) e la somministrazione di aglio per bocca che dovrebbe servire per dare alla pelle un odore sgradito agli insetti e mantenerli lontani. I prodotti chimici o meno utilizzati per prevenire le punture purtroppo non sono particolarmente efficaci se non a breve termine: le sostanze infatti tendono ad evaporare velocemente soprattutto in estate con il caldo e sono perciò necessarie continue nebulizzazioni.
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