Anche chiamata Sindrome di Wobbler o conosciuta con i nomi di spondilolistesi, instabilità vertebrale cervicale, spondilopatia cervicale o malformazione cervicale. I sintomi tipici della malattia comprendono principalmente una incapacità di coordinamento dei movimenti degli arti, anteriori rigidi che tendono ad incrociarsi, trascinamento degli zoccoli, grandi difficoltà ad alzarsi, deficit pripriocettivi, barcollamento ed instabilità fino a possibili cadute durante il movimento. La sintomatologia è tuttavia molto variabile a seconda della progressione della malattia e della sua causa che può ricondursi ad una conseguenza di un trauma, ad una predisposizione genetica, ad una alimentazione scorretta e mal bilanciata o alla conformazione stessa dell’animale (pare infatti che i cavalli con collo più lungo manifestino la sindrome con maggior frequenza rispetto agli altri). In tutti i casi sopra descritti il risultato è comunque sempre quello di una compressione, più o mano grave, del midollo spinale con conseguente difficoltà nella trasmissione dei messaggi da inviare al cervello e di ritorno, dal cervello agli altri creando dunque i problemi di coordinazione. Tutte le razze possono essere colpiti ma si è notata una maggiore incidenza nei Quarter Horse e nei Purosangue, probabilmente dovuta al fatto che vengono messi in lavoro molto giovani, quando ancora il loro sviluppo non è completato, in correlazione con una alimentazione piuttosto spinta. Si è notata anche una prevalenza di cavalli colpiti maschi rispetto alle femmine forse da ricondursi alla differente produzione di estrogeni e testosterone. Lo schiacciamento del midollo può essere causato da una malformazione (più comune tra la 3-4, 4-5 e 5-6 vertebra), da una lesione (più comune tra 3-4 e 4-5) o ad una compressione ( di solito tra 5-6 e 6-7). Ai primi segni di mancanza di coordinamento è bene consultare un veterinario perché nei casi di identificazione e cura durante i primi stati c’è una maggior probabilità di ripresa rispetto agli altri. La sindrome di wobbler può essere confusa con altre patologie che presentano gli stessi sintomi come tumori, fratture, parassitosi o alcuni virus. La diagnosi viene effettuata innanzi tutto attraverso l’osservazione del cavallo e dei suoi movimenti girandolo alla longhina o facendolo arretrare (operazione che risulta particolarmente difficile e gli arti non si muovono per bipedi diagonali come dovrebbero ma arretra solo gli anteriori), si può poi fare una semplice prova alzando la coda del cavallo: se non notiamo alcun tipo di resistenza allora probabilmente ci sarà un danno a livello nervoso. Analisi più approfondite comportano radiografie (da farsi sotto anestesia totale e piuttosto costose) e mielografia. Una volta appurata la causa e la zona della sofferenza midollare si può scegliere tra diverse cure: una a base di medicinali oppure chirurgica ma non sempre portano ad un total miglioramento; è anche bene studiare una dieta bilanciata e un piano di esercizio adeguato.
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