I sarcoidi sono una delle più comuni forme di tumore della pelle riscontrabili nei cavalli. Si possono trovare in animali di ogni razza, tuttavia pare che i Quarter siano più soggetti rispetto ad altri al loro sviluppo. La causa scatenante non è accertata ma pare che possa essere messa in correlazione con il papilloma virus bovino veicolato dalle mosche, e con una certa predisposizione genetica. Le zone più facilmente soggette alla comparsa dei sarcoidi sono testa, arti e pancia ma non vengono escluse tutte le altre parti del corpo. Per riconoscere se il nostro cavallo è affetto da questo tumore spesso è sufficiente l’osservazione del veterinario; se si volesse ricorrere ad una biopsia allora sarebbe auspicabile provvedere alla totale rimozione del tumore e non solo di una sua porzione perché tale pratica con ogni probabilità porterà alla riformazione del sarcoide. Esistono diverse forme tumorali e vengono classificate a seconda del loro aspetto e dalla loro aggressività. Quelli occulti ad esempio sono di norma circolari, non presentano pelo e tendono a crescere lentamente. Una volta lesionati però possono trasformarsi e diventare fibroplastici che sono più invasivi e hanno una crescita superiore rispetto ai precedenti. Anche quelli verrucosi possono trasformarsi in fibroplastici: essi possono essere piccoli o molto estesi, tendenzialmente, ma non necessariamente, a crescita lenta. Quelli nodulari sono di forma sferica e hanno dimensioni variabili. Quelli maligni si generano partendo da altri tipi ripetutamente lesionati o che si è tentato più volte di rimuovere. Infine esistono quelli misti che presentano componenti di quelli occulti, verrucosi e fibroplastici. La notizia positiva è che questo tipo di tumore non presenta metastasi e non va ad intaccare perciò gli organi interni, quella negativa è che non esiste al momento una terapia risolutiva certa. Possono causare irritazione ed interferire con il lavoro quando si presentano dove devono passare i finimenti ed è sempre bene evitare che si lesionino. I rimedi a disposizione sono molteplici e la scelta di quale seguire dipende dal tipo di sarcoide, dalla disponibilità economica e, non ultimo, dalle abilità e competenze del nostro veterinario. La rimozione chirurgica è la soluzione più veloce e più facilmente applicabile con un miglior risultato da un punto di vista puramente estetico, in quanto le cicatrici possono essere molto piccole e quasi invisibili. Di contro abbiamo però una scarsa percentuale di successo nell’estrarre la totalità delle cellule cancerose che significa un probabile riproporsi del sarcoide in una forma più aggressiva. È più attuabile se ci troviamo di fronte a lesioni di piccole dimensioni, tuttavia spesso si preferisce attendere per vederne l’evoluzione del tumore in quanto esistono casi in cui il sarcoide ha una crescita nulla o molto limitata. Seconda soluzione implica la criochirurgia, ovvero il congelare a più riprese i tessuti interessati. Spesso viene usata in concomitanza con la chirurgia in modo da eliminare i residui lasciati con l’intervento. L’inconveniente è che il pelo sulla zona trattata spesso ricresce di colore bianco, sono necessari più interventi e non è del tutto risolutiva. Nei casi di sarcoidi molto grandi e sporgenti (possono raggiungere anche la dimensione di un’arancia) si può optare per un altro tipo di rimedio che consiste nel legare il tumore alla base fermando così l’afflusso del sangue alle cellule interessate. Dopo una decina di giorni il tumore, anche a causa del peso, si stacca ma possono rimanere comunque delle cellule che porteranno ad una nuova formazione. Non è un rimedio “fai da te”, l’elastico deve essere comunque posizionato da un veterinario. Esistono anche tumori che si staccano da soli a causa della loro grandezza ma anche in tal caso con molta probabilità si riformeranno. Altro metodo sviluppato dalla Liverpool University Sarcoid Consultation Service consiste nell’applicazione di pomate ad uso topico che hanno dato un successo relativo ma devono essere maneggiate da un veterinario data la loro composizione. Sempre alla Liverpool University Sarcoid Consultation Service viene praticata la terapia con radiazioni: risulta essere più efficace degli altri metodi ma è molto costosa e implica un monitoraggio continuo dell’animale in clinica. La chemioterapia consiste in una serie di iniezioni fatte nel sarcoide stesso e alcune richiedono l’anestesia generale. Alla fine di questa breve carrellata generale mettiamo il vaccino, soluzione poco utile e un altro rimedio scartabile a priori: l’omeopatia. Costosa e completamente inefficace in molti casi potrebbe risultare una seria perdita di tempo in quanto mentre noi cerchiamo di curare con acqua e fiori un tumore lui si sta evolvendo. L’unica nota positiva in una cura di questo tipo è che, nonostante sia inutile, quanto meno non è dannosa. Diffidiamo dunque di chi cerca di vendere soluzioni pratiche e veloci per mali di questo genere.
Quando acquistiamo un cavallo è bene controllare che non vi sia la presenza di sarcoidi. In tal caso dobbiamo essere consci del fatto che il valore dell’animale può subire una sensibile diminuzione; al momento dell’acquisto è comunque dovere del venditore informare l’acquirente in merito alla loro presenza, se sono stati trattati o rimossi sarcoidi in precedenza. Essendo la loro evoluzione completamente imprevedibile può essere che essi rimangano invariati per tutto l’arco della vita dell’animale, che scompaiano in maniera indipendente o che, se operati, non si ripresentino, ma si potrebbe anche assistere ad un loro aumento sia in numero che in dimensioni comportanti spese veterinarie e possibile interferenza nello svolgimento del lavoro.
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