L’anemia infettiva è una malattia causata da un virus (Lentivirus) che si trasmette principalmente attraverso il sangue. Gli insetti ematofagi succhiano il sangue da un cavallo infetto e quando si posano su di un altro inoculano il virus in esso. Il virus tuttavia non può vivere a lungo in un insetto (che funge solo da agente veicolante) e si stima non sopravviva oltre i 15-30 minuti rendendo perciò il contagio ristretto a gruppi di cavalli vicini. Il virus si può anche trasmettere attraverso il latte materno dalla madre infetta al puledro, direttamente nell’utero da cavalla a puledro, con l’uso di materiale veterinario infetto e, possibilmente, attraverso lo sperma di uno stallone infetto. La malattia è conosciuta in tutto il mondo nonostante la sua diffusione dipenda molto dalle varie zone (principalmente calde ed umide) e, nella stessa Italia, sono state identificate zone più soggette rispetto ad altre in cui l’individuazione di capi colpiti è molto limitata o nulla. Ha un periodo di incubazione molto variabile che va da una settimana fino ai tre mesi e gli anticorpi sviluppati sono presenti una o due settimane dopo il contagio e rimangono nell’individuo durante tutto l’arco della sua vita. Si può sviluppare in una forma acuta in cui appaiono come sintomi febbre anche alta, depressione, inappetenza e, nei casi più gravi, la morte entro un mese; se l’animale riesce a superare questa fase si può avere uno sviluppo cronico nel quale compariranno edema (gonfiore di arti, addome, prepuzio), anemia (vengono distrutti i globuli rossi) e perdita di peso. In molti casi dopo alcune settimane vi è un apparente recupero dopo il quale però il cavallo presenta ricadute che lo rendono debole ed emaciato. In alcuni reni, cuore e fegato vengono danneggiati irreparabilmente fino alla conseguente morte. L’ultimo caso possibile è quello della presenza di soggetti asintomatici, nei quali non viene riscontrato alcun segno della malattia ma che sono comunque portatori e la possono perciò trasmettere. Purtroppo non esiste alcun vaccino per prevenire la comparsa dell’anemia infettiva (che colpisce anche asini e muli ma solo nella forma asintomatica) né alcuna cura. Le uniche alternative possibili sono quella del totale isolamento del soggetto colpito o la sua soppressione (in alcuni stati è obbligatoria l’eutanasia). L’unico modo per scoprire se il nostro cavallo è stato contagiato è tramite il Coggin’s test (obbligatorio per legge ogni due anni) nel quale il risultato sarà negativo se il cavallo è sano e positivo se il cavallo è infetto. Possono verificarsi casi di falso positivo nel caso in cui il puledro sano abbia acquisito gli anticorpi attraverso il colostro di madre infetta o un falso negativo se il cavallo infetto è stato testato in un periodo non sufficiente a sviluppare gli anticorpi dopo l’avvenuto contagio.
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