sabato 30 aprile 2011

Bolsaggine

Viene inserita tra i vizi redibitori ed è una delle più frequenti malattie riscontrabili a livello dell'apparato respiratorio. Ha un decorso progressivo e, se presa ad uno stadio iniziale, può essere curata mentre in uno stadio avanzato tende a peggiorare e a cronicizzarsi. Normalmente viene messa in correlazione a situazioni ambientali sfavorevoli come per esempio una lettiera polverosa, la somministrazione di fieno di poca qualità o ammuffito, l'uso di paglia, la prevalente scuderizzazione del cavallo, scuderia con poco ricorcolo di aria, scarsa attività del cavallo, scarsa igiene, box troppo caldo o un continuo ricovero del cavallo in box dopo il lavoro quando ancora è sudato. Evitando l'esposizione agli allergeni che normalmente ne sono la causa può essere una buona prevenzione e la loro eliminazione, in caso di comparsa dei primi sintomi, risulta necessaria. La bolsaggine è anche nota con il nome di enfisema polmonare cronico ed è determinata dalla perdita di elasticità degli alveoli polmonari che non permettono così un adeguato scambio di ossigeno tra i polmoni ed il sangue. Il cavallo ne risulta dunque debilitato, con un respiro affannoso, tosse cronica ed inefficienza durante il lavoro fino a vere e proprie crisi respiratorie. Può essere presente scolo nasale di colore chiaro e le narici tendono ad essere molto dilatate nel tentativo di inalare una maggior quantità di aria. Si presenta con maggior frequenza nei cavalli adulti senza una prevalenza in un sesso o nell'altro o in una razza. Normalmente si nota un peggioramento in corrispondenza con il cambio di stagione; spesso in inverno il cavallo viene tenuto scuderizzato più a lungo, e quindi esposto maggiormente agli allergeni, dando origine a crisi più frequenti per avere poi periodi di apparente remissione. Il processo che si instaura con l'esposizione a tali allergeni è inizialmente di tipo infiammatorio a livello delle vie aeree; l'infiammazione è una risposta naturale del nostro corpo ma nei polmoni comporta un grande accumulo di globuli bianchi che producono agenti chimici che possono generare una costrizione di bronchi e bronchioli ed una conseguente produzione eccessiva di muco che va ad intasare le vie aeree. Il cavallo generalmente non presenta febbre e la diagnosi viene effettuata con una visita generale (sufficiente nei casi più gravi e molto evidenti) che può essere correlata con radiografie, endoscopia ed esami del sangue mentre in genere risultano poco utili le biopsie polmonari e i test allergici. Il primo passo, una volta stabilito che l'animale è bolso, è di cercare di migliorare al massimo le condizioni dell'ambiente in cui vive: preferire il truciolo, o altri materiali esenti da polvere, alla paglia, somministrare fieno bagnato o pellettato (meno appetibile ma più efficace in questi casi), fare in modo che il cavallo passi più tempo possibile all'aperto, installare ventole per far circolare l'aria. dopodichè è necessario attuare una terapia mirata: vengono usati corticosteroidei (i quali però presentano molti effetti collaterali se usati a lungo termine come ad esempio la laminite) e broncodilatatori (inutili però se usati da soli in quanto prima di tutto sarebbe il caso di eliminare la causa dell'infiammazione); gli antistaminici danno un risultato poco apprezzabile così come gli immunostimolanti mentre gli antibiotici vanno somministrati solo in caso vi sia un'infezione in corso. E' sconsigliato usare farmaci contro la tosse in quanto questo è l'unico modo che l'animale può avere per liberare le vie aeree ed i rimedi naturali non presentano nessuna prova scientifica riguardo la loro efficacia.  

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