venerdì 29 aprile 2011

Corneggio

Il termine corneggio viene spesso usato impropriamente per identificare una malattia, conosciuta sin dai tempi antichi ed inserita tra i vizi redibitori, quando in realtà sarebbe più opportuno usarlo per descriverne un sintomo. Un animale affetto produce un sibilo o rantolo tipico che può risultare più o meno forte a seconda dei casi e dello stadio della malattia e può essere accompagnato o meno da tosse. Il corneggio ha decorso progressivo: può iniziare ad essere udibile solo un lieve fischio quando il cavallo è sottoposto ad un grande sforzo per poi evolvere in uno stadio in cui è chiaramente percepibile anche quando è al piccolo trotto. La causa del fischio o rantolo è dovuta ad una parziale paralisi dei nervi della laringe, più comunemente del ricorrente di sinistra ma in qualche caso ne è affetto anche il destro o lo sono entrambe (più raro). La paralisi di una corda vocale determina il suo mancato funzionamento così che essa rimane inerte all’interno della laringe ostacolando il passaggio dell’aria e determinando, nei casi peggiori, un sensibile calo delle prestazioni atletiche del cavallo a causa della difficoltà riscontrata nell‘inalare ossigeno. Il motivo scatenante di ciò non è del tutto chiaro ma si presume vi sia una componente ereditaria (per cui gli animali affetti non vengono approvati per la riproduzione) ed una derivante dalla conformazione del cavallo (più affetti quelli che presentano un collo più lungo). Possono determinarne l’insorgenza anche infiammazioni (dovute ad esempio a sostanze iniettate non in vena), malattie infettive come l’adenite equina, la bronchite o la pleuropolmonite, l’ingestione di sostanze tossiche o essere connessa ad un trauma. Può avere come conseguenza la bolsaggine e l’unico rimedio in caso di fase cronica è di tipo chirurgico tramite il quale si procede con il fissaggio della corda vocale nella posizione che assumerebbe con il cavallo sotto sforzo. Questo impiego di nuove tecniche chirurgiche permette di evitare l’inserimento di un tracheotubo permanente, pratica con la quale veniva inserito un tubo metallico a livello di metà collo dell’animale ed egli respirava attraverso di esso comportando possibili serie conseguenze per i polmoni dal momento che l’aria non veniva riscaldata, umidificata e purificata durante il passaggio dalle fosse nasali. La chirurgia può comunque avere molti effetti collaterali ed è bene considerare i vantaggi e gli svantaggi che essa può presentare accuratamente con il veterinario poiché un cavallo preso in uno stadio precoce (identificato attraverso un endoscopio) può essere curato con terapia medica o comunque può continuare a lavorare se non sottoposto ad un addestramento pesante.

Nessun commento:

Posta un commento