venerdì 29 aprile 2011

Vizi redibitori: tic d'appoggio

Sono definiti con il nome di vizi redibitori quei comportamenti stereotipati o quelle malattie che devono essere obbligatoriamente comunicate dal venditore all’acquirente. In caso contrario, i cavalli che presentino tali vizi o patologie possono essere restituiti (entro un tempo variabile a seconda delle regioni da 8 a 40 giorni). Fanno parte di tali vizi: tic d’appoggio, ballo dell’orso, oftalmia periodica o mal della luna (anche uveite ricorrente), l’atassia spinale (sindrome di Wobbler), la bolsaggine, il corneggio, la morva. I primi due sono comportamenti spesso derivati da stress che possono comportare anche delle ripercussioni a livello fisico mentre le altre sono malattie vere e proprie.
Tic d’appoggio
Il tic d’appoggio si presenta come un comportamento evidente e ripetitivo del cavallo che appoggiando gli incisivi su di una qualsiasi superficie piana (porta del box o mangiatoia per esempio) inghiotte aria arcuando il collo e con un rumore tipico. Nei casi più gravi il tic si manifesta anche in assenza di superfici sulle quali appoggiarsi. Le cause principali per le quali si manifesta si possono ricondurre a situazioni di stress causate da periodi di lunga permanenza in box, alla noia o a stress da carico di lavoro eccessivo. Può essere anche un comportamento appreso per imitazione da un cavallo vicino di box e può comportare l’insorgenza di coliche dovute alla continua ingestione di aria che causa una dilatazione addominale, disturbi digestivi e l‘erosione precoce dei denti. Il principale rimedio per i cavalli che manifestano tale vizio sta nel limitare il più possibile la permanenza in un box variando molto il lavoro e permettendogli di pascolare in un prato per buona parte, o tutta, la giornata socializzando con i suoi simili. Se ciò non fosse possibile esistono prodotti appositamente studiati (creme o liquidi) da apporre sulle superfici che vengono utilizzate per appoggiarsi e che hanno un sapore amaro che induce il cavallo a non toccare la superficie con i denti o dei collari antiticchio in diversi materiali da mettere al collo dell’animale. Questi due sistemi non sono però risolutivi in quanto limitano in parte (non sempre hanno una totale riuscita) il comportamento non andando però ad eliminarne la ragione scatenante.

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